ONORA IL PADRE E LA MADRE

di Francesco Casale

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GENERE: DRAMMATICO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

REGIA: SIDNEY LUMET

 

 

DISTRIBUZIONE: MEDUSA

 

TRAMA: una famiglia come tante e due fratelli che hanno bisogno di un po’ di soldi facili per risollevare la loro situazione economica. Niente di più semplice che organizzare una rapina proprio nella gioielleria di mamma e papà, tanto ci penserà l’assicurazione del negozio a ripagarli del danno subito. Peccato che le cose non vanno come previsto e la donna rimane uccisa. Non c’è tempo per i sensi di colpa: bisogna subito cancellare qualunque prova che possa incastrare i due fratelli.

 

COSA NE PENSIAMO: l'ultimo film del leggendario Sidney Lumet è uno spietato teatrino di burattini senz’anima, in una società dominata dal “peggiore degli ospiti”: il nichilismo. E se Baudelaire asseriva con decisione che “la grandezza del Diavolo è quella di farci credere che egli non esista”, vedendo questa pellicola non possiamo non dargli ragione, perché siamo di fronte ad una vera e propria discesa agli inferi, che scava nel cuore (di tenebra) di una famiglia borghese, all’apparenza saldamente unita, ma nella quale in realtà ognuno è perso nel vortice della propria solitudine (lo spleen baudelairiano per l’appunto), con le proprie debolezze, fragilità e difficoltà di ogni giorno. E se il Diavolo è lì, dentro ognuno di noi (il titolo originale del film è, non a caso, “Before the devil knows you’re dead”), puoi ideare un piano perfetto, convinto che nessuno ti scoprirà, salvo poi capire che sei in trappola (come accade al fratello maggiore, Andy, interpretato magistralmente da Hoffman) o provare a scappare dagli altri e da te stesso e, chissà, credere di averla fatta franca (come fa un fragilissimo Ethan Hawke, nei panni di Hank, il fratello minore). Ma la resa dei conti è inevitabile e non c’è spazio per il perdono, neanche da parte di un padre (Albert Finney) che, accecato dal dolore e dall’odio, compie un ultimo gesto disperato, a chiusura di un cerchio che sembra non lasciare scampo a nessuno. Insomma, un film tanto forte da riuscire a trasformarsi in uno spaventoso “incubo familiare”, non lontano da tanti episodi di cronaca che macchiano giornalmente le pagine dei nostri quotidiani. Ed il tutto è reso ancora più (in)credibile dalla magistrale bravura dei personaggi in scena, così perfetti da colmare le lacune di una regia che fatica a mantenere il ritmo dell’azione, causa un montaggio non lineare (per raccontare la vicenda dai diversi punti di vista), che alla lunga rischia di annoiare lo spettatore. Ma il film colpisce anche per alcune immagini di una forza assoluta, come quella della rapina, tanto grottesca da risultare ridicolmente agghiacciante, e quella in cui un disperato Seymour Hoffman, abbandonato anche dalla moglie (Marisa Tomei), distrugge la propria casa, in un moto d’ira  tanto ordinato e controllato da far da contrappunto all’incapacità emotiva del protagonista, immerso in un disordine interiore devastante. Quel disordine che l’ha reso protagonista di un “moderno” “delitto e castigo” in piena regola.

 

IL NOSTRO CONSIGLIO: una storia complessa, che deve la sua grandezza soprattutto ad un cast di prim’ordine. Da vedere.

 

   

Le immagini sono © e ® MEDUSA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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